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Le notti difficili di Città Giardino tra alcol, schiamazzi e traffico

Un’escalation che ha stravolto la zona, i residenti pronti a manifestare.

Articolo di Rinaldo Frignani.

«La malamovida è un fenomeno irreversibile, e noi non vogliamo fare la fine dei residenti di Trastevere: invasione di locali per la somministrazione e in pochi anni il 48% degli abitanti che non ha avuto altra scelta che trasferirsi. Ecco, a Città Giardino e a piazza Sempione questo non deve accadere». Lo spettro di schiamazzi notturni, traffico impazzito, alcolici venduti ai minorenni, insieme con spaccio di droga, risse e aggressioni, è tutt’altro che distante per Giovanni Martino, presidente del Comitato «Salviamo piazza Sempione», in prima linea nella difesa del territorio, «dove sono già state aperte una sessantina di attività di quel genere e per questo siamo molto preoccupati».

Un’escalation che è proseguita indisturbata stravolgendo una zona residenziale progettata sull’impronta delle garden cities inglesi, che ora lotta per la sopravvivenza, «perché gli interessi economici hanno avuto la meglio sulla vivibilità del quartiere, tanto che di giorno le nostre strade sono irriconoscibili: i negozi di vicinato hanno chiuso o stanno chiudendo perché i commercianti non ce la fanno a pagare affitti da 3mila euro al mese che invece può permettersi chi gestisce birrerie e pub per gli aperitivi», sottolinea Martino. Il problema del parcheggio che non si trova più, soprattutto nei fine settimana, è solo l’ultimo di una sequela di disagi segnalati dai residenti che, affacciati a balconi e terrazze condominiali, assistono spesso impotenti all’invasione del venerdì e del sabato notte, di gruppi di ragazzi provenienti da ogni parte di Roma. 

«Sono attirati dall’apertura a ripetizione di nuovi locali fra viale Gottardo, via Cimone, piazza Menenio Agrippa. Ma poi non si fermano alle consumazioni perché alcuni di loro scavalcano le inferriate dei villini dove i giardini privati vengono utilizzati come servizi igienici a cielo aperto», racconta ancora Martino che denuncia poi «scaramucce settimanali fra ragazzi ubriachi, e allo stesso tempo «spacciatori che arrivano da San Basilio e vendono stupefacenti nelle aree verdi attorno a ponte Nomentano e proprio alle spalle di viale Gottardo, “La Pinetina”, il parco Simon Bolivar sul Monte Sacro, dal quale è nato il quartiere». Chi ha affrontato la situazione è stato anche aggredito o ha rischiato di fare questa fine. «Per questo motivo abbiamo intenzione di manifestare il prossimo 5 giugno», annuncia ancora il presidente di «Salviamo piazza Sempione» mentre Antonella Caldaro, componente del direttivo del Comitato di quartiere Città Giardino, punta il dito «contro gli amministratori di questi ultimi anni che non hanno applicato in alcun modo nella nostra zona il principio di sostenibilità indispensabile per gestire le trasformazioni in atto non solo qui ma in tutta Roma». 

«È in atto un cambiamento radicale della socialità – dice ancora -, il food&beverage è il settore con la crescita maggiore e quindi il più seguito e remunerativo, ma non ci si può dimenticare di armonizzarlo con la vita del quartiere in nome della legge di mercato. Due-tre locali notturni potevano anche avere un senso, offrire momenti di aggregazione, ma venti-trenta invece saturano la zona, rendendo la vita impossibile a chi ci vive. Qui – conclude Caldaro – basta che un locale organizzi un evento che si blocca tutta Città Giardino. Non si dorme più, ci sentiamo violati a casa nostra. E tanti hanno già deciso di vendere per andare altrove»

Per aprire l’articolo originale apparso sul  Corriere della Sera, clicca sull’immagine:

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