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Contrasto alla movida: il grande bluff

Un anno dalla mozione con cui il Consiglio municipale ha chiesto il blocco delle licenze della movida a Città Giardino: nulla di fatto, nuovi locali continuano ad aprire.

Era esattamente il 14 luglio 2022 quando il Consiglio del III Municipio ha approvato, all’unanimità (!), un ordine del giorno con cui chiedeva al Comune (serve la modifica di una delibera comunale, la n. 35 del 2010) il blocco di nuove autorizzazioni per i locali di somministrazione a Città Giardino.

A quell’atto è seguita, il 12 gennaio di quest’anno, una mozione dell’Assemblea capitolina (approvata anch’essa all’unanimità) che impegnava il Sindaco e la Giunta comunale a predisporre la modifica della delibera in questione.

Che cosa è successo da allora? Niente.

Siamo dunque di fronte a un Sindaco e a una Giunta comunale sordi alla volontà degli organi rappresentativi e della loro stessa maggioranza?
Forse… O forse, dietro le quinte, la spinta ad attuare quegli impegni non è stata così convinta.

In effetti, gli ordini del giorno e le mozioni sono atti meramente “politici”: importanti, sì, ma che possono tradursi in provvedimenti effettivi (delibere) solo se chi li ha approvati continua a seguirli, sostenerli, perorarli con energia, per vincere le difficoltà che incontrano inevitabilmente tutte le proposte politiche: mancanza di fondi, ostacoli burocratici, resistenze di lobbies, ecc.
Invece nulla di tutto questo è successo.

Innanzitutto, bisogna rilevare che Consiglio Municipale e Assemblea capitolina hanno sin da subito fatto lo scaricabarile sulla Giunta comunale… Infatti, potevano presentare direttamente la proposta di modifica della delibera 35/2010: si tratta di una piccola modifica, l’aggiunta di Città Giardino all’elenco delle “Zone A” già previste.

Inoltre, anche volendo rimettere l’iniziativa alla Giunta comunale, bisognava che i consiglieri che hanno approvato quegli atti ne caldeggiassero il seguito, come fanno sempre per provvedimenti che stanno loro a cuore: mediante question time, lettere istituzionali o pubbliche, iniziative politiche…
Ma questo impegno non c’è stato (o non ce ne siamo accorti).

I motivi possono essere molti: “distrazione”, coinvolgimento in altre problematiche sulle quali si ricevono più sollecitazioni (sta a vedere che alla fine la “colpa” è dei cittadini che non sollecitano abbastanza!), motivi personali o di salute… Tutto può essere, qualcuno avrà anche avuto motivi legittimi, non vogliamo fare di tutt’erba un fascio.

Il timore, però, è che qualcun altro abbia messo su una recita: “Approviamo questi atti, facciamo vedere ai cittadini che siamo ‘sensibili’… poi scarichiamo la colpa sul Sindaco, che ha le spalle larghe e risponde a logiche più ampie. Così resta tutto come prima”.
Un “grande bluff”, insomma (al di là della buona fede di singoli consiglieri).

Tirando le somme, “le chiacchiere stanno a zero” (come si dice a Roma): non contano le buone intenzioni, non contano i “segnali”; contano i fatti. E i fatti, ad oggi, denotano un fallimento assoluto.

Torneremo presto alla carica sulla questione: rassegnarsi sarebbe un delitto verso Città Giardino.

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