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Roma, allarme baby alcolisti

Il Bambino Gesù: «I più giovani hanno 11 anni, età sempre più bassa». L’ira dei genitori contro i locali che vendono cocktail molto forti.

di Barbara Carbone

(pubblichiamo alcuni estratti dell’articolo del Messaggero disponibile su https://www.ilmessaggero.it/roma/centro_storico/roma_baby_alcolisti_allarme_bambino_gesu_chi_sono-8100490.html)

Migliaia di ragazzini in strada con bottiglie e bicchieri pieni di alcolici e, nell’aria, l’inconfondibile odore di hashish. È questo lo scenario che si ripete tutti i weekend nelle zone simbolo della movida romana, da Ponte Milvio, piazza Euclide, piazza Bologna fino a Trastevere e Testaccio. I controlli? Ancora troppo pochi. O comunque non sufficienti a contenere un problema che rischia di sfuggire di mano.

Ad approfittare della ingovernabilità del fenomeno sono alcuni gestori di bar, bistrot e supermarket che, in barba al divieto di vendita di alcolici a minori di 18 anni, vendono cocktail bomba finanche a bambini di 12 o 13 anni.

(…)

L’abuso di alcol tra i giovani è diventato un fenomeno in crescente espansione sottovalutato sia dagli adolescenti che dai loro caregivers secondo gli esperti del Bambino Gesù preoccupati soprattutto dalla moda del binge drinking ossia “l’abbuffata alcolica” praticata dal 37% dei ragazzi e dal 33% delle ragazze.

I numeri

Al pronto soccorso del Bambino Gesù, ogni anno, si registrano circa 40 accessi per abuso di alcol ma, a preoccupare i medici, non sono tanto i numeri (sottostimati e di fatto incontrollabili) del fenomeno, quanto la riduzione dell’età dei consumatori di alcol che, mentre fino a qualche anno fa, partiva dai 15 anni adesso è scesa a 11, 12 e 13 anni. «Purtroppo tra i giovani l’abuso di alcol è sdoganato. Quando arrivano in pronto soccorso, magari a seguito di un incidente con il motorino, hanno paura ad ammettere di essersi fumati una canna (e infatti facciamo sempre e comunque l’esame tossicologico) ma raccontano senza problemi di essersi ubriacati – dice Sebastian Cristaldi, responsabile pronto soccorso pediatrico del Bambino Gesù – I superalcolici stanno in tutte le case e quindi i ragazzi non percepiscono i rischi a cui vanno incontro e non conoscono il limite. Un organismo in maturazione ha una maggiore suscettibilità di subire un danno e se, ad esempio, un neurone si danneggia non si recupera più. Nei casi più gravi l’abuso di alcol tra i giovanissimi può provocare il coma etilico che può portare a danni permanenti o alla morte».

A confermare come il consumo di alcol tra la “Generazione Z” non rallenti la sua corsa è l’istantanea scattata dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss) che, in occasione dell’Alcohol Prevention Day (Aod), ha rielaborato i dati della Multiscopo Istat. Non solo i consumatori a rischio crescono dal 2022, ma la frequenza di quanti ricorrono all’alcol aumenta tra i target di popolazione più vulnerabili, primi fra tutti i minori: sono oltre 1.310.000 gli adolescenti tra gli 11 e 24 anni a consumare alcolici di cui 650mila sono minorenni. Un esercito che andrebbe salvato.

Per leggere l’articolo completo del Messaggero, collegati a https://www.ilmessaggero.it/roma/centro_storico/roma_baby_alcolisti_allarme_bambino_gesu_chi_sono-8100490.html

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