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Una sola domanda: perché?

Perché posizionare alberi a piazza Sempione (senza criterio e in orribili vasi di plastica) lasciandoli seccare in dieci giorni?

Il 22 luglio l’assessore comunale all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook le foto degli alberi in vaso posizionati in alcuni punti di Roma: largo di Torre Argentina (dove si è fatta anche fotografare per immortalare la brillante iniziativa), piazza Sempione, Giardinetti.
Alberi collocati vicino ad alcune fermate degli autobus, “per rendere più sostenibile l’attesa dei mezzi pubblici nei luoghi più assolati” (oggigiorno basta dire “sostenibile” o “inclusivo”, e puoi far tutto…).

Ebbene, dopo solo dieci giorni (!) gli alberi si sono già seccati!

Tralasciamo di annotare che questi alberelli in vaso non erano di nessuna utilità rispetto al fine che si proponevano: non avendo una chioma sporgente, quando il sole era alto facevano un’ombra di dieci centimetri.

Evitiamo altresì di interrogarci su quale criterio abbia guidato la scelta delle poche fermate ATAC “fortunate”, rispetto alle 5.864 di Roma… Si tratta di fermate che si trovano in luoghi architettonicamente pregevoli (come lo è senz’altro piazza Sempione)? In tal caso: si volevano forse “valorizzare” questi luoghi con alberi collocati in orribili vasi di plastica?

Ma una cosa non possiamo fare a meno di domandarci: serve un genio di amministratore per sapere che gli alberi in vaso fanno molta più fatica a sopravvivere di quelli piantati nel terreno?
Questo è vero anche se vengono annaffiati, come hanno provato a fare gli operai incaricati (oltre ad alcuni volenterosi cittadini), senza tuttavia riuscire a salvarli: la tempestività e la frequenza non erano evidentemente commisurate alle particolari condizioni delle piante (o forse si sarebbero seccati anche con grandi annaffiature…).
Perciò posizionare quegli alberi in tali condizioni è stata una condanna a morte anticipata.

A chi dobbiamo questo nuovo spreco di denaro pubblico?

P.S.: Non vogliamo neanche sapere se il nostro Municipio abbia avuto voce in capitolo nell’individuare piazza Sempione tra i luoghi “prescelti” per questa genialata…

P.S. 2: la mattina del 1 agosto gli alberi sono stati rimossi. Fine dell’inglorioso esperimento.

P.S. 3: il 20 agosto il Corriere della Sera ha ripreso questa nostra segnalazione, riportando anche una dichiarazione del Presidente del Municipio. Dichiarazione che suscita qualche perplessità: la vicenda non è ancora finita?
In effetti, cosa significa che “a settembre arriveranno le nuove piante e le cureremo noi”? Ancora non si è capito che gli alberi in vaso – se devono essere “veri” alberi, in grado di fare ombra – non possono sopravvivere a lungo?

Non si tratta di annaffiarli (come pure era stato fatto), né di trovare “la tipologia adatta”.
Il fatto è che gli alberi in vaso non possono sviluppare radici sufficientemente profonde e acquisire i necessari elementi nutritivi.
Senza il caldo afoso di luglio i nuovi alberi (negli stessi orribili vasi di plastica?!) durerebbero di più, ma sarebbero destinati in ogni caso a morire.

Inoltre: dopo i pregevoli eventi culturali organizzati dal Municipio (su impulso soprattutto dell’Assessore all’Urbanistica Rizzo) in occasione del centenario di Città Giardino, dopo il parere negativo delle Sovrintendenze in occasione del progetto di “riqualificazione” approvato nel 2020, non si è ancora acquisito che piazza Sempione è una tipologia di piazza che architettonicamente non è stata pensata per gli alberi?

E’ vero che perviene dai cittadini una forte richiesta di “verde”. Ma questa richiesta va (giustamente) assecondata ripristinando le numerose alberature abbattute negli ultimi anni (a via Cimone, via di Monte Sacro, via Nomentana, ecc.) e non ancora sostituite; oppure sostituite con piante lasciate seccare (in questo caso per mancanza di cura)…
L’impegno a favore del verde richiede azioni non “simboliche” o di facciata (soprattutto se si impiega denaro pubblico”), ma concrete e responsabili, rispettose anche del patrimonio storico-architettonico.

Vogliamo credere che questa consapevolezza sia già acquisita dalla Giunta e dal presidente Marchionne, al di là dei dubbi – sicuramente infondati… – suscitati da queste dichiarazioni (e da alcune iniziative del passato).

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