Progettata da Gustavo Giovannoni, forse il più importante architetto italiano di inizio Novecento, e realizzata tra il 1920 e il 1930, piazza Sempione è un unicum nel panorama urbano di Roma, trattandosi dell’unica piazza progettata come tale e realizzata all’inizio del Novecento. Infatti, fu concepita “non come uno spazio con una funzione precisa, elemento di distribuzione viaria, area verde attrezzata o semplice spazio di sosta, ma come uno spazio complesso, come d’altro canto sono tutte le piazze storiche italiane, aperto a molte funzioni e molti usi e al tempo stesso portatore di invarianti identitarie per i suoi abitanti” (Alessandro Galassi, Piazza Sempione: la Piazza di Città Giardino Aniene).
Quindi uno spazio aperto, centro pulsante di Città Giardino Aniene, nel solco della tipica “piazza italiana”, che è il luogo delimitato dai principali edifici pubblici e destinato a una molteplicità di usi: civili (manifestazioni, parate, comizi), religiosi (messe all’aperto, prediche, processioni), economici (fiere, mercati), culturali (concerti, spettacoli), sociali (feste, giostre, incontri). Questa molteplicità di destinazioni richiede una grande flessibilità dello spazio ed è il motivo per cui nella piazza italiana non sono presenti alberature e sono ridotti al minimo gli arredi, presenti invece nella parte perimetrale (lungo il perimetro di alcune piazze italiane si possono trovare anche alberi a basso fusto, che non ostruiscono la vista delle facciate a chi frequenta la piazza, né la vista degli eventi a chi si affaccia dalle finestre dei palazzi).
La piazza italiana ha normalmente al suo centro un elemento architettonico – fontana, monumento – che ne costituisce il fulcro urbanistico (se è un monumento, anche fulcro identitario) e consolida l’equilibrio dell’insieme. Dopo una serie di ipotesi formulate all’epoca della nascita del quartiere, nel 1947 è stato collocato un monumento con la statua della Madonna Immacolata.
Piazza Sempione ha altresì una particolare caratterizzazione architettonica, che la rende una delle più rimarchevoli al di fuori delle Mura Aureliane. Il suo profilo, giunto a noi integro, è quello di una piazza di impianto unitario, seppure complessa, con un perimetro irregolare, sostanzialmente rettangolare; e un’unica assialità forte, rimarcata anche dalle volumetrie degli edifici, verso l’imponente Chiesa di stile classicheggiante dedicata ai Santi Angeli Custodi. Sulla piazza si affaccia anche una serie di edifici dallo stile eclettico (medievaleggiante, “barocchetto romano”), tra i quali si distinguono i due grandi Palazzi pubblici: quello che richiama – con la sua torre e il suo porticato – i palazzi municipali della tradizione italiana; e quello più complesso, per stile e funzione (residenziale e di servizi).
In un convegno organizzato a Roma da Sinestetica il 25 giugno 2021, il prof. Franco Purini – architetto di fama internazionale e professore emerito di Composizione Architettonica e Urbana presso l’Università La Sapienza di Roma – ha così sintetizzato le caratteristiche di questa piazza: “Giovannoni realizza uno di quelli che il grande Marcello Piacentini chiama i ‘quadri urbani’. Una specie di antologia del costruire che sintetizza la lunghissima storia delle città. Una porta di Roma con un racconto di che cos’è la città, e che quindi ha anche un valore di esperienza di sapere”.
Si tratta insomma di un luogo storicamente e urbanisticamente di pregio, “area tutelata” ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che fa parte della “Città storica” di Roma ed è considerato dalla Carta per la Qualità di Roma Capitale tra i siti di “Rilevante interesse architettonico, urbano o ambientale”, nonché fra gli “Spazi aperti – Piazze e Larghi con alto grado di identità”.
Quanto alla viabilità: una “piazza italiana” dev’essere necessariamente pedonale?
Bisogna dire che piazza Sempione non lo è mai stata. La presenza dei servizi faceva evidentemente ritenere utile l’accesso ai mezzi a motore (che però all’epoca erano molto rari); con la possibilità di una completa interdizione in occasione di eventi o installazioni particolari.
D’altro canto la piazza non era mai stata interessata, fino agli anni Ottanta, dalla viabilità principale, che scorreva lungo via Maiella e piazza Bolivar (poi piazza Menenio Agrippa). Successivamente si è passati alla soluzione attuale: probabilmente necessaria a causa del grande sviluppo della motorizzazione e – soprattutto – dell’assenza di interventi (metropolitana, sottopassi) capaci di dare sfogo alla grande pressione esercitata dai quartieri sorti alle spalle di Città Giardino; ma certamente deleteria per la fruibilità del sito.
Anche l’unità estetica, nel tempo, è stata progressivamente disturbata dai fattori legati alla viabilità: il flusso veicolare, i parcheggi, soprattutto una segnaletica orizzontale troppo invadente (si tratta in ogni caso di elementi accessorî, che definiscono una situazione di fatto, legata all’uso contingente; senza alterare stabilmente l’identità architettonica e urbanistica della piazza).
Era – e resta – quindi auspicabile che, per restituire a piazza Sempione la sua piena dignità, si avviassero finalmente interventi strutturali sulla viabilità dell”intero quadrante (oggi siamo in attesa della linea D della metro… miraggio?). O si elaborassero interventi sulla piazza capaci, per quanto possibile, di restituirle decoro e fruibilità. In chiave però di recupero e tutela, senza alterarne la fisionomia. Come invece è stato fatto, purtroppo, col progetto realizzato dalla Giunta del III Municipio nel 2021-22, che ha stravolto il volto urbanistico e architettonico della piazza (ne abbiamo diffusamente parlato in un nostro dossier).
