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I due Palazzi pubblici di piazza Sempione

Città Giardino Aniene fu concepita sin dall’inizio con un cuore pulsante, piazza Sempione: uno spazio multifunzionale, nella tradizione della tipica “piazza italiana”.

In questa piazza doveva esserci ovviamente l’edificio di culto, la chiesa parrocchiale.

Ma furono pensati anche gli edifici per i servizi civici e comunitarî, che vennero indicati come “Fabbricato semintensivo 1” e “Fabbricato semintensivo 2” e la cui progettazione fu affidata dall’Istituto Case Popolari a un giovane Innocenzo Sabbatini (le informazioni architettoniche sono tratte da A. Galassi – B. Rizzo, Città Giardino Aniene, Minerva ed. 2013).

Il Palazzo del cinema-teatro

Con la denominazione di “Fabbricato semintensivo 1” ci si riferiva al palazzo sul lato ovest della piazza, edificato nel 1923, che fu pensato per una pluralità di funzioni.

Innanzitutto ospitava la sala del “Cinema-teatro Aniene”, che occupava tutta la corte centrale al piano terra e al seminterrato. Fu inaugurata nel 1926 e ha continuato a funzionare sino ai primi anni Ottanta. Successivamente fu trasformata in locale per concerti e discoteca, attivo dal 1991 al 1998 con il nome di “Horus Club”. Dopo molti anni di abbandono, inframmezzati da un periodo di occupazione da parte di gruppi legati ai centri sociali, oggi sembra dover riaprire come ristorante con musica dal vivo (ormai unica attività immaginabile nel quartiere della movida…).

A proposito di cinema: nei primi anni ’80 Città Giardino era arrivata a contare ben quattro sale. Oltre all’Aniene: l’Antares in viale Adriatico, il Giardino in via Nomentana (in corrispondenza di piazza Vulture), l’Astra in viale Jonio (all’angolo con via Montecassino). E un quinto cinema – l’Espero – era poco distante, in zona Saccopastore. Oggi resiste solo l’Antares, recentemente riaperto…

Tornando al fabbricato “semintensivo 1” di Sabbatini, aveva anche una rilevante destinazione residenziale, con una cospicua volumetria riservata ad abitazioni nei piani superiori.

Era infine sede di servizi civici e commerciali, già individuati in fase di progettazione: Vigili del Fuoco, Carabinieri, farmacia con ambulatorio, caffè con sala biliardo, ristorante (con terrazzo), drogheria, alimentari, norcineria e gelateria, merceria.

La pluralità delle funzioni è sottolineata dalla complessità stilistica. La struttura consiste in quattro blocchi separati da corpi di fabbrica più bassi, con l’inserimento di loggiati. Le facciate in intonaco sono interrotte da alcune parti trattate in cretoncino di tinte diverse, nonché da balconcini o loggette aggettanti. La composizione è unificata nella parte inferiore da un basamento rivestito in tufo, mentre nella parte superiore “è completata dall’inserimento di torrette e elementi minori di copertura (comignoli, altane, etc.) che contribuiscono ad accentuare l’aspetto medievaleggiante e irregolare” (Galassi-Rizzo, cit.).

Il Palazzo civico (oggi Palazzo del Municipio)

“Per il fabbricato semintensivo n. 2, collegato anche fisicamente con il precedente, Sabbatini sviluppa un linguaggio differente, per sottolineare anche visivamente la diversa destinazione d’uso. Se nel fabbricato n. 1 il progettista sviluppa una composizione frammentata con volumetrie e materiali diversi, qui prevale un disegno unitario, ed una composizione simmetrica, sottolineata dal volume centrale della torre dell’orologio” (Galassi-Rizzo, cit.).

Lo stile resta quello medievale, ispirato ai palazzi civici dei Comuni italiani, anche per la presenza del portico. La facciata è leggermente arcuata, con le proiezioni dei lati obliqui del palazzo che convergono nel punto di intersezione tra il suo asse e quello della chiesa (il punto dove è attualmente collocato il monumento alla Madonna).

L’edificio – costruito sul lato nord della piazza, contemporaneamente al semintensivo 1 – aveva originariamente solo due piani. Successivamente è stato costruito un terzo piano rialzato, che ha purtroppo soffocato lo slancio della torre.

Sulla facciata, nei rinfianchi degli archi del portico e sulle cornici di alcune finestre, sono collocate formelle in stucco, raffiguranti animali e volti di persone (uno di questi volti è un autoritratto del progettista).

Al piano terreno furono previsti servizi civici e commerciali: i Vigili Urbani (che dal 1925 al 1946 assumeranno il nome di Guardie Metropolitane), le poste, un parrucchiere, una sartoria, alcune botteghe. Al primo piano gli uffici della Delegazione Municipale. Al secondo la scuola elementare.

Gli spazi per la scuola elementare divennero ben presto insufficienti, per cui già nei primi anni Trenta questa si trasferì nel nuovo complesso della scuola Don Bosco. A piazza Sempione restò la sede distaccata del Liceo-Ginnasio Giulio Cesare, che poi divenne autonoma come Liceo-Ginnasio statale Orazio Flacco.

Negli anni Sessanta, col boom demografico, tutto l’edificio fu destinato a scuola media, la statale “Monte Sacro” (mentre il liceo Orazio si trasferì nella nuova sede di via Savinio, a Talenti). Alla fine degli anni Novanta il trend demografico si invertì: la scuola media tornò insieme con la elementare, alla Don Bosco, e l’edificio restò inutilizzato per alcuni anni, tranne che per eventi particolari (ad esempio, ospitò i pellegrini della Giornata Mondiale della Gioventù nel 2000).

Finché nel 2010 il palazzo è tornato ad essere sede del Municipio (il IV, dal 2013 diventato III).

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