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Strane storie di parapedonali (e di scarsa accessibilità). Parte II


I disabili (e i bambini in carrozzina o passeggino) non sono la priorità neanche a via Monte Selva e a via Monte Subasio.

I parapedonali spuntano come funghi a Città Giardino. In alcuni casi sono utili; ma i criterî con cui vengono installati sono spesso discutibili.

Dopo il caso – davvero paradossale – di via Monte Tesoro, si può segnalare quello di via Monte Selva.

L’installazione qui è stata pensata non tanto per motivi di sicurezza (la strada è sì stretta e senza marciapiedi – come del resto quasi tutte quelle di Città Giardino -, ma anche corta, quindi attraversata dalle automobili a bassissima velocità), quanto per impedire materialmente la sosta vietata sul lato destro; soprattutto di sera, quando le macchine degli avventori della movida riducevano la strada a un budello.

Via Monte Selva

Domandiamoci però: l’incapacità (o la mancanza di volontà) di “gestire” la movida deve suggerire misure che presentano altre controindicazioni?

Parliamo in particolare del fatto che è peggiorata l’accessibilità ai disabili che usano la sedia a rotelle, ma anche ai bambini in carrozzina o passeggino (se parliamo di sicurezza, sono le figure che più di tutti dovrebbero vedere garantita la propria…).

Infatti, nei punti in cui è posizionato un palo dell’illuminazione (vedi la freccia nella foto), il percorso protetto dai parapedonali ha una larghezza utile per il passaggio di circa un metro: di poco superiore al limite minimo di legge di 90 cm (che dovrebbe essere intervallato ogni 10 metri da spazi di manovra più larghi) e appena sufficiente per la maggior parte dei modelli di sedia a rotelle o passeggino (ma non per quelli più larghi, tant’è che molte leggi regionali elevano la soglia a 150 cm).
Però basta che un ciclista imprevidente assicuri lì la propria bicicletta (come nella foto) e il discorso si inverte: in quei tratti la maggior parte di coloro che utilizzano una carrozzina o un passeggino deve percorrere via Monte Selva esternamente ai parapedonali… praticamente in mezzo alla strada!

(Qualcuno dirà: “Ci sono sempre gli incivili! Per quelli servono i controlli”. Appunto: è illusoria l’idea di utilizzare strumenti che – anche per la sosta selvaggia – consentano di fare a meno di controlli e sanzioni… Soprattutto se si creano problemi ulteriori)

Un caso diverso, ma ugualmente significativo, è quello di via Monte Subasio.

Qui il marciapiede sinistro, anche dopo l’installazione dei parapedonali, resta sufficientemente largo per consentire il passaggio a chi deve utilizzare presidî per la mobilità (anche se il primo parapedonale è posizionato male, troppo accentrato: lo spazio di accesso è risicato).

Via Monte Subasio

Va però ricordato quanto accadde quando fu presentato il progetto di “riqualificazione” di piazza Sempione.

Il previsto allargamento dei marciapiedi – maggiore di quello poi realizzato – aveva destato allarme, perché il conseguente restringimento della carreggiata rischiava di strozzare il traffico della Nomentana.
A questo allarme si rispose che l’allargamento del marciapiede sinistro era giustificato dall’esigenza di migliorare l’accessibilità ai disabili (già in precedenza la larghezza era sufficiente, più di un metro e mezzo; ma si disse che un ampliamento avrebbe consentito a una carrozzina di invertire più agevolmente la direzione oppure a due carrozzine di incrociarsi).

Ebbene, dopo aver allargato il marciapiede di circa 25 cm, trascorso qualche mese… si restringe di 45 lo spazio utile, posizionando i parapedonali!

“Bisogna evitare la sosta selvaggia notturna”, è la spiegazione fornita anche in questo caso.
Però – tralasciando di ribadire che per impedire la sosta selvaggia e contenere il fenomeno movida sono necessarî altri strumenti – quello che emerge è che in poco tempo sono cambiate le priorità: l’esigenza di migliorare l’accessibilità non è più al primo posto…

P.S. (aggiornamento del 4-3):
Ovviamente i parapedonali di via Monte Subasio, installati per impedire la sosta selvaggia nelle notti della movida,
non impediscono la sosta selvaggia nelle notti della movida:

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